Sua Maestà, il rasoio a mano libera

L’usanza di radersi è millenaria: pare che già in epoca preistorica i primi uomini rimuovessero i peli della barba uno ad uno con le mani, per poi passare ad utilizzare delle piccole conchiglie come pinzette e delle pietre affilate o dei frammenti di osso come rasoi.

Furono probabilmente gli antichi Egizi a introdurre il rasoio vero e proprio, una lama di bronzo o rame con forma ricurva molto affilata, che poteva essere maneggiata solo da esperti.

Un’ulteriore passo avanti si ebbe con i Romani che, come mostrano alcuni reperti giunti fino a noi, realizzavano rasoi in ferro, ossidiana e selce .

Nel corso dei secoli successivi, questi strumenti subirono piccole modifiche migliorative, ma bisogna aspettare la fine del XVII secolo per assistere alla nascita del rasoio a mano libera, noto anche come rasoio da barbiere o a serramanico, dato che la lama si ripiega all’interno del manico.

I primi rasoi di questo tipo furono realizzati a Sheffield, in Inghilterra. Qui, intorno alla metà del XVIII secolo, Benjamin Huntsman ideò una procedura che permetteva di ottenere un tipo di acciaio particolarmente duro (poi noto come acciaio di Sheffield), adatto alla fabbricazione di lame taglienti che venivano in seguito montate su manici decorati; il suo metodo venne rapidamente adottato anche da francesi e tedeschi e questi ultimi divennero rinomati produttori di rasoi a mano libera, tant’è che si iniziò a parlare di rasoi Solingen per indicare quelli prodotti nella omonima zona situata nella Renania Settentrionale -Vestfalia.

Le parti principali del rasoio a mano libera sono:

guancette o scaglie: le due parti principali che costituiscono il manico a protezione della lama una volta richiuso il rasoio, realizzate in vari materiali tra cui legno, osso, avorio, guscio di tartaruga e madreperla;

perno: punto in cui ruota la lama per rendere possibile la chiusura nel manico;

codolo o appoggiadito: parte sottile che funziona sia come leva per aprire il rasoio che come appoggio per le ultime dita della mano durante la rasatura. Spesso la parte superiore è ornata o zigrinata per permettere un appoggio più saldo;

impugnatura: parte del rasoio prima della lama vera e propria, spesso ornata o zigrinata nella parte superiore o anche nella parte inferiore per rendere la presa più salda. A volte riporta il nome del produttore, il modello del rasoio o dei motti;

stabilizzatore: parte trasversale rispetto alla lama vera e propria dove questa si unisce all’impugnatura. Può essere singolo, doppio o anche assente e serve a ridurre la vibrazione e la flessione della lama durante la rasatura;

bisello: parte della lama assottigliata in corrispondenza del filo tagliente.

costa o dorso: parte della lama all’opposto del filo che rende rigida la lama durante l’utilizzo e permette una corretta affilatura del rasoio. Infatti, la lama viene posta sulla pietra da affilare appoggiando sia la costa che il bisello. Lo spessore della costa determina l’angolo di bisellatura;

punta: parte finale della lama. Può avere differenti fogge in cui il punto di raccordo con la lama può essere più o meno arrotondato.

Rasoio a mano libera, con custodia – Collezione privata Antica Barbieria Colla

 

I rasoi a mano libera sono stati largamente utilizzati per tutto il XIX secolo e in molti paesi fino alla metà del XX; tuttavia, poiché richiedono una maggiore attenzione durante la rasatura e un’accurata manutenzione (affilatura periodica su pietra e utilizzo della coramella per mantenere pulito e tagliente il filo della lama), sono progressivamente stati sostituiti da altri tipi di rasoi.

Si contano comunque ancora oggi nel mondo un certo numero di appassionati e di produttori sia artigianali che industriali in Europa (soprattutto in Germania), Nord America e Asia (specialmente in Giappone).